L’età di avviamento dei bambini alla pratica sportiva trova ancora studiosi e ricercatori preoccupati non solo nel definirla, ma anche e soprattutto nel voler indicare i probabili rischi dell’agonismo precoce, senza tenere nel giusto conto i più sicuri danni del sedentarismo precoce.
Secondo noi è importante che il bambino debba essere libero di muoversi a suo piacimento fino all’età scolare utilizzando il gioco come mezzo per svilupparsi e imparare moltissime cose che gli permettono di diventare grande, in particolare il gioco per il bambino è la cosa fondamentale che permette lo sviluppo dei tre saperi:
" Sapere , Saper fare, Saper essere. "
L’attività ludica, in fase evolutiva dell’uomo e di alcuni animali, è la forma più naturale e spontanea di socializzazione, mediante il gioco si possono capire sia le forme di apprendimento che il livello di crescita e maturazione del bambino, in quanto attraverso il gioco potrà evidenziare anche la sua necessità di comunicare ed esprimersi sia con gli adulti che con gli altri compagni.
Alcune ricerche etologiche e psicologiche suggeriscono che il gioco è l’unico potente mediatore che l’essere umano possiede per attivare apprendimento in ogni periodo della vita, che esso stimola la formazione della personalità, che prepara ad assimilare regole e migliora l’integrazione sociale.
Il gioco, oltre ad essere ambito di sviluppo della creatività, migliora il processo di apprendimento in quanto comporta l’attivazione dei piani motorio, emotivo, intellettuale, relazionale e sociale.
Troppo spesso i genitori sono molto impegnati dal lavoro e dai sensi di colpa che si lasciano travolgere dai desideri dei loro figli seguendo quindi le mode, mentre sarebbe più importante educare al gioco e all’attività motoria che è molto più importante per la crescita del bambino e della relazione che si costruisce poi insieme all’adulto.
Consideriamo però il fatto che poi si trasformerà in un sedentario a tempo pieno appena comincerà a frequentare la scuola elementare. Per lunghe ore starà seduto nei banchi e come se questo non bastasse, continuerà a stare seduto anche a casa per fare i compiti, spesso in alternativa o in associazione ad almeno due ore in media di immobilità televisiva.
Del resto il periodo che va dai 6 anni a 14 anni per entrambi i sessi, a seconda di come viene vissuto dal punto di vista motorio, può condizionare in larga parte il benessere e l’equilibrio psicofisico in età adulta. Pensiamo soltanto al sovrappeso alla scoliosi e ai dismorfismi della “coxa pedis” come piedi piatti o cavi, ginocchia valghe o vare ecce cc. Quindi all’instaurarsi della “sub healt” cioè dello stato di “sotto salute”, come gli anglosassoni hanno indicato l’insieme dei quadri limite tra la normalità fisiologica e la patologia vera e propria, indotti e sostenuti dal sedentarismo dilagante.
Ecco allora che cresce l’importanza dell’attività motoria con l’arrivo dell’età scolare, ma quale attività è meglio far fare ai nostri bambini?
Per rispondere a questa domanda sarebbe buona cosa affidarsi a professionisti preparati in medicina e fisioterapia dello sport.
La Medicina dello Sport e la fisioterapia sportiva sono delle medicine di tipo preventivo, a cui noi italiani non siamo, per costumi e mentalità abituati è invece fondamentale sempre, ma soprattutto in età giovanile e dopo i 35-40 anni, valutare la condizione fisica di un soggetto per fornirgli, se è un giovane che inizia lo sport, le indicazioni più corrette per la pratica dello stesso e tutti quei consigli inerenti l’alimentazione e i mezzi di prevenzione e cura delle patologie ad insorgenza giovanile. Se viceversa è un adulto che non ha mai fatto sport o lo riprende dopo anni di inattività, per dargli le indicazioni relative al tipo di attività a cui può sottoporsi senza rischi.